Cosa cerco? Più del suono, che verrà da sé, la perfezione del gesto produttivo; l’ascolto continuo del legno, la sua struttura, la sua consistenza e unicità, elementi apprezzabili solamente con un approccio artigianale di contatto manuale. Un continuo dialogo con la materia che prende forma nella quiete del taglio di uno scalpello e di tutti gli umili ed efficaci utensili che plasmano la materia con pazienza e con trasparente efficacia.
Ogni lavoro inizia con una “ritualità” acquisita negli anni, ma che all’occorrenza si modifica. Avere dei punti di riferimento è importante perché segna un esperienza riproducibile. Il percorso formativo alla Civica Scuola di Liuteria di Milano è stato fondamentale per ripercorrere i sentieri tracciati dai Maestri del passato che hanno impiegato energie e sperimentato tecniche utili allo sviluppo dell’Arte Liutaria.
Una delle operazioni è la scelta del legno: in questo ho inizialmente “copiato” dai miei maestri ( Tiziano Rizzi e Lorenzo Lippi), dalla gestualità, alle attenzioni per le caratteristiche che un legno deve possedere affinché sia scelto: tipo di taglio, venatura, caratteristiche cromatiche, peso per citare alcune peculiarità oggettive; ma anche indagini di tipo sensoriale, uno tra tanti il fruscio emesso attraverso lo sfregamento di indice e pollice sulla superficie della tavola armonica, cercando di notare se il suono è secco, acuto o più smorzato e basso a parità di spessore e dimensioni.
Il metodo è ingrediente fondamentale del mio lavoro. Seguo scrupolosamente un elenco di lavorazioni graduali e propedeutiche alle successive, in modo da assecondare i tempi di essiccazione della colla e di assestamento del legno.
Altra fondamentale attenzione la dedico alla definizione del peso di ogni elemento che partecipa alla struttura. Pesare i componenti della struttura, rappresenta una pratica oggettiva che spesso aiuta ad orientarsi nella ricerca del suono.